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Il Natale di Alesa

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Le mattine d’inverno ha un suono sorprendente e asciutto

l’incontrarsi di due porcellane, come se la tazza lucente

e vuota che si solleva a ricevere il caffè, per  poi ridiscendere

obliquamente  nera sul piattino, aprisse una pausa di tempo

sospeso tra pareti  sottili di carta velina, spazio aperto

in uno  schiocco su pantofole di feltro a strascicare  

il passaggio da nuova a vetusta era - testimoniato

da altri oggetti ora in una veste inabituale, ieratica e solitaria -

 

Scivolano lungo il  corridoio  slitte  di sessanta verste

cariche di uomini fradici e infreddoliti -

come velieri di ghiaccio e luci d’oro,

profeti giunti dalle sponde  di fiumi di vetro

che dicono di colombe bianche e divinità

smembrate e poi piantate come semi nella terra  -

o parlano del nulla e di tempeste di candore -

pallidi sogni di crisalidi che voleranno in primavera.

 

E la luce è un riverbero di cristalli di neve

dietro a nubi gonfie come guance di bambine

che hanno appena riso pattinando sul ghiaccio -

e ora sono pronte all’offertorio di una torta al cioccolato

che la nonna spolvera di zucchero a velo

e di parole sacre nel grembo caldo della casa.

 

Fuori sulla sua neve siberiana candida e marcia Dostoevskji

cammina col passo lento  di un pensiero grave, leggendo,

mentre al suo fianco Myskin  gli bisbiglia frasi affettuose

in un’andatura sussultante e strana,  e il dolce Alioscia

annuncia il suo ritorno in un convento, ma non prima

di avere discusso con un adirato Ivan .  Raskòl’nikov

è triste, ma gli sorride la sua Sonia. È Natale.

 

 

 

 

 

 

 

 Alessandra Ponticelli Conti - 15/12/2012 22:25:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Sublime.

 Cristina Bizzarri - 09/12/2012 23:01:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Carla:effettivamente le porcellane rendono il caffé più aromatico! ;-)
Giorgio: "sento" che anche tu hai "sentito" come me la presenza di Dostoevskji, che voleva essere una specie di apertura simbolica e ideale all’esterno, un rimando, una parte di me sognata ma anche profondamente desiderata.
Ferdinando:che dire, splendido ed empatico il tuo commento. Oggi il corridoio è tornato a essere semplicemente corridoio! :-)
Gian Maria: grazie! Sì, credo tu abbia ragione, come del resto Giovanni. Non è una poesia compatta, e già dire poesia ... comunque un pochino ci credo, altrimenti non scriverei ... mais c’est un jeu, un grand petit jeu! :-))

 Gian Maria Turi - 09/12/2012 21:21:00 [ leggi altri commenti di Gian Maria Turi » ]

Sono d’accordo con Giovanni, cara Cristina. Forse si potrebbe arrivare a includere anche la 3a strofa, ma la 4a a mio avviso ha un effetto estraniante che demolisce il contesto poetico-"intimistico", laddove avrebbe dovuto essere spinto più a fondo. Ma le prime 2 strofe sono davvero molto belle.

 Ferdinando Battaglia - 09/12/2012 08:35:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Penso sia un testo con il midollo poetico, cioè è poesia fino alla radice pure nell’autotrascendersi della forma o nella sua dissoluzione: ché le parole si devono dissolvere in morte e lasciare lo spirito dell’occhio del poeta che restituisce all’orecchio il suono invisibile della vita.

Ciao Cristina, una bella rielaboirazione poetica del tuo "corridoio".

 Giorgio Cornelio - 08/12/2012 21:31:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Cornelio » ]

Cristina,
è straordinario come dopo (lunghi?) periodi d’assenza ritrovi ,al mio ritorno,un tuo nuovo gioiello. E che magnifico incontro questo,tra due autori che amo molto : il sognatore dostoevsky e poi ,Te. Posso allora azzardare un quesito : hai mai pensato alla pubblicazione di qualche tuo scritto?
Buona serata,Poetessa

 Carla de Falco - 08/12/2012 20:31:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

Poesia dai due tempi. Quello quotidiano e quello colto. Posso dire che le porcellane mi sono piaciute moltissimo?

 Cristina Bizzarri - 08/12/2012 20:23:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

@Giovanni: grazie della tua lettura critica e stimolante che mi fa molto riflettere. Buona serata John, all’APA c’è la neve...
:-)

 Cristina Bizzarri - 08/12/2012 20:19:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

@ Emilio: ti ringrazio tantissimo di immergerti in quello che scrivo! E’ nata davvero dai rumori mattutini che sentivo dalla camera (ho un corridoio lungo): preparazione della colazione (era mio marito Andrea nel piccolo cucinino), che mi arrivava attutita. Da qui la sensazione di silenzio, un silenzio di neve, poi è partita la fantasia!!!
:-))

 Giovanni Baldaccini - 08/12/2012 20:18:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Penso che le prime due strofe potevano rappresentare l’avvio di un grande tema intimo su basi di marcato quanto trasfigurato realismo. Delle altre non parlo: per me la poesia è finita prima ed è stata di grande, anche se incompiuto, effetto.
Ciao Cristina.

 Emilio Capaccio - 08/12/2012 20:11:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

Mia dolce Cristina, questo - per me - è il tuo capolavoro, molto affine ai miei gusti, al mio senso poetico. Mi sono inebriato di versi sublimi!

Un bacio.

 Cristina Bizzarri - 08/12/2012 20:00:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Alioscia (o Alesa) e Ivan sono due protagonisti del romanzo "I fratelli Karamazov". Myskin è il protagonista de "L’idiota", infine
Raskòl’nikov è il protagonista di "Delitto e castigo".
La versta è un’unità di misura russa, ormai in disuso.

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